Elenco degli sbattezzi della provincia di Foggia

Ho deciso di sbattezzarmi appena diciottenne, nel lontano 2007, perché ho voluto dissociarmi con atto pubblico dall'ipocrisia della chiesa cattolica. Oggi, volendo rispettare il credo religioso della persona che amo e che vuole sposarmi in chiesa, ho dovuto interfacciarmi nuovamente con questa istituzione che, imperterrita, continua a considerarmi "parte CATTOLICA che ha abbandonato la fede". Non si rendono conto di quanto sia offensivo definire "cattolica" una persona che ha deciso di abbandonare questa comunità e nella quale è stata inserita contro la propria volontà?

La risposta della Parrocchia (parroco) è stata piuttosto stizzita, ma ceIere,

Piacevole esperienza, bisognerebbe istituire una festa in tale data.

È stato per me un atto di coerenza e di autonomia individuale. Ovviamente avevo anche a cuore un aggiornamento, a fini statistici, dei registri ufficiali. Sono molto soddisfatta della gestione da parte della mia "ex parrocchia": la mia richiesta è stata accolta senza ritardi, senza manifestazioni di irritazione e con professionalità.

Non è stata una decisione sofferta, né particolarmente liberatoria, in quanto non ho mai vissuto imposizioni da parte della mia famiglia o del mio mondo. Subito dopo la comunione ho realizzato di non essere credente e da quel momento sono stata serenamente atea, ben integrata in una famiglia di classici "cattolici credenti, ma non praticanti".

Nessuno ha mai cercato di farmi sentire in colpa per questo, anzi tra i miei coetanei erano i cattolici ad essere emarginati e ridicolizzati, perciò ho sempre cercato di rispettare il loro credo e di non svilire il loro punto di vista.

Ho deciso di richiedere solo quest'anno la "scomunica" perché prima non sapevo di questa possibilità: ne sono venuta a conoscenza grazie al web.

Non ho "sbandierato" ai miei amici e conoscenti cattolici questo avvenimento, poiché non voglio sentirmi un testimonial e non sento la necessità di stimolare discussioni metafisiche, ma penso appenderò in camera mia il documento ufficiale inviatomi dal vescovo e lo conserverò con orgoglio.

Ringrazio l'UAAR per avermi delucidato sui dubbi che avevo, e finalmente anche io sono fuori da un qualcosa che non mi appartiene e che disprezzo altamente

Ho deciso per me stessa cancellando il mio nome da un'istituzione nella quale non mi sono mai riconosciuta.

Si tratta innanzitutto di un atto politico di promozione della laicità, prevista dalla nostra costituzione, ma ben lontano dall'essere messa in pratica. Oggi più che mai. In secondo luogo, resta la questione di una religione e di una istituzione religiosa del tutto anacronistiche, escludenti, contro la libera autodeterminazione delle persone, sessiste, misogine, omofobe. Come diceva Margherita Huck "Non è necessario avere una religione per avere una morale. Perché se non si riesce a distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione."

Un piccolo, importantissimo passo verso l'emancipazione dal credo.
Viva la ragione! Viva l'autodeterminazione! Viva la libertà!

Un apostata

Rettifica dei propri dati sul registro dei battezzati

Ho maturato il desiderio di sbattezzarmi nel corso degli anni per dare un forte segnale di dissenso. A livello storico, la Chiesa e le istituzioni religiose in generale sono state uno dei più grandi elementi divisivi della specie umana sul nostro Pianeta. Da cittadina del mondo, auspico che l'umanità evolva verso l'unità e il progresso trasversale di tutti. Dedico questa scelta di civiltà a tutti i liberi pensatori arsi sul rogo come Giordano Bruno, a quelli che hanno dovuto abiurare le proprie scoperte come Galileo Galilei, per volere delle tenebre, a chi è stato tacciato di eresia e pazzia come Copernico o Darwin, per il sangue di tutti quei giovani e meno giovani versato in nome di un'entità tanto inesistente quanto insensata. La dedico alla società di diritto, alla libertà di pensiero ed espressione, ad una società che non discrimina per un vestito, una tonalità di pelle, un amore, al diritto all'aborto e all'eutanasia, alla diversità e all'inclusione nella diversità, allo Stato laico. La dedico ai diritti minacciati, a quelli per cui ancora combattiamo quotidianamente e a tutti coloro che non hanno la mia stessa fortuna, in questo momento, di poter alzare liberamente e fieramente la propria voce. La dedico al coraggio di rompere con le convenzioni e le catene sociali, all'omologazione, ad una società senza Dio, ad una società con una legge morale universale che predichi la pace.